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I tedeschi, ancora disordinati per l'attacco pocanzi eseguito contro il Boifava, appena ci scorsero, batterono in ritirata, salutandoci però con delle buone fucilate. Uno dei nostri cade, ma si rialza subito, e sebbene una gamba gli sanguini, tien duro a correre insieme cogli altri. Speri ci fa fermare ad un crocicchio, donde cominciamo il fuoco contro le giubbe bianche che tosto riappaiono all'estremità opposta della borgata e contro quelle che cercano di stendersi ai nostri fianchi. Intanto il mio tamburo rulla ch'è un piacere.

" È dunque questa la guerra ? " mi domandavo io: "Schioppettate di qua, schioppettate di là.... qualche colpo di cannone... e poi... a chi la tocca la tocca!"

" Vieni con me " mi dice il capo. Lo seguo : lo vedo infilare un fazzoletto bianco sulla punta della sua sciabola e agitarlo verso un gruppo di giubbe bianche sul quale sventola un drappo pure bianco: è la bandiera parlamentaria. Che vorrà dire ?....

Due signori, bresciani all'accento, e un capitano medico stanno a parlamento col comandante nemico, ch'è il generale Nugent. Speri, va diritto verso quel gruppo, ed io lo seguo a dieci passi di distanza, pronto ai suoi ordini. " Ecco due insorti! " grida il generale : " ora li faccio arrestare; ne ho il diritto ! "

" Ma no, questo non è un insorto! E' un nostro collega, rimasto indietro per tenere in freno un gruppo di cittadini armati: e il tamburino ci segue per trasmettere loro i nostri ordini. " Questa giustificazione, inventata lì per lì da uno dei nostri due parlamentari, ha salvato la vita a Speri ed a me; io non l'ho saputo che più tardi.... e me ne dolse, perché non potei più ringraziare l'ingegnoso nostro salvatore.

La conclusione di quell'abboccamento fu che il ge


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