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nostra città! " Così è la guerra ! " dice mio padre:

" morte tua, nemico, vita mia ! "

La sera dello stesso giorno.

Altra battaglia oggi ; ed è stata per noi Bresciani una bella vittoria. Anch'io vi ho preso parte ma non ci ho potuto mettere di mio che qualche rullo di tamburo, laddove mio padre ci ha messo del buon piombo.

Verso le due pomeridiane si era di guardia alla barricata di Porta Torrelunga, in attesa del nemico. Apparvero infatti dietro gli alberi della strada reale e dei viali di Rebuffone e giù nei campi alcuni drappelli nemici : mettevano un passo innanzi l'altro con grande cautela, sparavano qualche colpo, poi sparivano, per ricomparire poco dopo a ricominciare il gioco. Capitò Tito Speri - guardò - giudicò - disse che quelle erano arti per coglier nella rete chi fosse uscito allo sbaraglio senza certe precauzioni che anche i valorosi devono usare per non far la morte del merlo. Alcuni non volevano credergli, ma poi se ne persuasero quando, guardando più in là, videro in lontananza delle file di giubbe bianche stendersi fra i campi ed appiattarvisi.

Quando altri drappelli apparvero dalla parte di Rebuffone, Speri gridò:

" Ora, a noi! Usciamo compatti, e diamo una buona lezione a quei tedeschi che stanno ad aspettarci laggiù! "

- Si uscì.

Io mi era in fretta e in furia appeso il tamburo alla bandoliera e, tenendomi alla destra della colonna, per non esserle d'ingombro e non esserne travolto, avanzavo con essa al passo di corsa, battendo la carica, che sembra il segnale per me predestinato. Al nostro apparire e forse al tocco del mio tamburo i drappelli nemici volsero il tergo e si salvarono correndo a rotta di collo parte sullo stradale, parte per le viuzze laterali e per i campi.


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