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pito capivo che i cittadini erano venuti furiosamente alle prese coi tedeschi da un capo all'altro della borgata; ben presto allo scoppio delle fucilate si unì la voce ben più terribile del cannone, poi, quasi subito, alte grida e lamenti, comandi e imprecazioni, nitriti di cavalli, colpi secchi di scure e di calci di fucile battuti contro le porte, poi lo scampanio disperato che veniva dalla torre della parrocchia, come voce che dicesse: " Su, Bresciani, qui si deve vincere o morire! "

Gran parte del borgo era ormai scomparsa entro una nube caliginosa, ond'io n'ebbi uno sgomento fortissimo.

" Oh Dio ! perdiamo! " gridai vedendo uscire dal borgo e gettarsi sullo stradale, in direzione di Brescia un grosso plotone di cavalieri : s'inoltrarono molto però, perchè un gruppo di bresciani diede loro molto da fare. Poi il combattimento cessò, essendosi questi ritirati in buon ordine a S. Francesco.

Nella parte orientale dell'abitato invece si combattè assai più a lungo; di là venivano ora le fucilate e le grida d'ogni fatta; mi diressi da quella parte, perchè là doveva essere mio padre. Ma dovetti subito fermarmi e nascondermi dietro un macigno; i Cacciatori tirolesi si stendevano rapidamente in catena a mezzo il pendio del colle che sovrasta a S. Eufemia e subito cominciarono a tempestare la borgata; ciò non ostante, un intrepido popolano continuava a suonare a stormo; dal mio nascondiglio lo vedevo benissimo far vibrare con mano sicura i battagli delle campane... Ma ecco, il coraggioso si accascia d'un tratto, si contorce, poi rimane immobile.... i Cacciatori l'hanno fulminato - le campane tacciono. Seppi più tardi che quell'audace era uno dei Tagliani, soprannominati Taglianì , gente di mal affare: ma gli ultimi atti di questo (si chiamava Pietro), la sua morte soprattutto, cancellano le ribalderie da lui commesse e ne raccomandano il nome alla pietosa memoria dei Bresciani.


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