pag. 66
dre, qui. Va, corri, e fa le cose a modo! E soprattutto non lasciarti prendere dai tedeschi ! Ti aspetto qui fra un'ora. "
Salutai il Capo, diedi un bacio a mio padre e partii di corsa. In Mercato Nuovo deserto, desolato, una donna correva all'impazzata a chieder aiuto non so a chi nè per chi : gridava a se stessa: " tutti feriti ! tutti feriti !"
Dal bastione Rovarotti veniva un grande strepito di fucilate: mi parve di buon augurio: i nostri tenevano ancora a segno la colonna calata dal Castello.
A Santa Giulia era un posto armato. Lì seppi che a San Cristo erano ancora i nostri, ma che San Pietro ormai era in potere dei Tedeschi. Caricati dagli uomini del risoluto Pedessi, prima si erano ritirati verso il Castello, ma poi erano ritornati in maggior numero e avevano avuto il sopravvento.
A San Zeno e in via della Salute i cittadini aspettavano calmi e sereni che i nemici osassero di calare per accoglierli come si doveva. Su per le salite, di S. Desiderio e del vicolo Sano Luogo, e dall'alto della Posta Vecchia era uno schioppettare allegro, come nei giorni di sagra in campagna. Sentivo volar per l'aria degli evviva , dei frizzi, delle esclamazioni di gioia per qualche colpo ben aggiustato: i cacciatori, quando fanno buona caccia, non potrebbero essere più allegri di quel che lo erano quegli invisibili tiratori.
Così sempre correndo e lasciando ai capiposto la triste notizia dell'entrata dei tedeschi da Torrelunga e