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Calava la sera: io mi sentivo stracco morto, ma non volevo andare a dormire, nel timore che la notte i tedeschi riprendessero l'attacco. Quando però si seppe in modo positivo che essi si erano ritirati da una parte in Castello, dall'altra fuori di Porta Torrelunga lasciando soltanto due gran guardie a S. Urbano e sulla piazzetta di S. Eufemia, mio padre, tenendomi per mano, corno se fossi ridiventato bambino, mi condusse su alla nostra soffitta.... Si mangiò un boccone di mala voglia - ma nè lui nè io ci sentimmo di buttarci sul letto. " Domattina prima dell'alba ricomincerà la musica " disse mio padre con un triste sorriso: "bisogna tenerci pronti: andiamo a Porta Bruciata, dormiremo là... se potremo! "

1° aprile, domenica delle Palme.

Giornata triste. Il cielo è triste come noi.

Il cannone ha ripreso a tuonare all'alba.

Per tutta Brescia è uno schioppettio e uno scampanio che eccitano i cuori a esser forti e a sperare.

Si combatte ai piedi dei Castello, a S. Maria Calchera, a S. Afra, a S. Alessandro, alle porte, dappertutto. Noi siamo alla barricata di Piazza dell'Albera.

Con che furore scendono i tedeschi per le strette che conducono al Castello! Ma il loro furore è annientato dalla saldezza dei cittadini.

A un tratto, che è, che non è? I difensori della barricata delle Consolazioni lasciano il posto e scendono, traversando la piazzetta correndo. Ahimè! Ecco le giubbe bianche affacciarsi alle finestre delle case addossate alla collina! Come hanno potuto girare le


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