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le cantonate delle vie, dalle finestre, dai solai, dai tetti continuavano la resistenza. I tedeschi tentarono di invadere il corso degli Orefici, dove avrebbero certamente, fatto un ricco bottino di oggetti preziosi ; ma, grazie alla fermezza dei difensori, non riuscirono mai a porvi piede.
Nemmeno in Piazza del Duomo, nè in via Dosso poterono i nemici estendersi. Ad ogni momento accadevano scontri, collutazioni, scambi di fucilate, attacchi alla baionetta ; bastava che i tedeschi scoprissero un drappello cittadino, o i cittadini un drappello tedesco perchè venissero alle mani con un impeto che aveva del feroce. Dalla casa del farmacista Rossi al Vescovato venne gettata sopra una pattuglia una grossa lastra di marmo, arnese del negozio, la quale lasciò malconcio un croato ; i suoi compagni retrocessero spaventati e più non si fecero vedere da quelle parti.
Noi, per un momento, ci ritirammo sotto i portici, di fronte alla Loggia ; lì (eravamo in sei, me cornpreso) si tenne una specie di consiglio di guerra. Che si doveva fare ? Da qualche cittadino, che passava frettoloso per recarsi a questo o a quel punto minacciato, si seppe che gli Austriaci occupavano già tutta la parte della città fra mattina e mezzogiorno e specialmente i quartieri di Torrelunga, Mercato Grani e Mercato Nuovo, S. Euefmia, S. Barnaba, S. Afra, S. Alessandro, ma che dappertutto trovavano la più ostinata resistenza, sebbene in qualche punto avessero rimesso in opera anche il cannone, come a S. Barnaba.
Si sentivano di loro cose orribili ; incendi, saccheggi, massacri. A S. Alessandro, specialmente, s'erano bestialmente sfogati imbrattando di acqua ragia alcuni disgraziati cittadini, ch`erano rimasti prigionieri, poi appiccando loro il fuoco; pensare lo strazio dí quelle povere vittime, vere fiaccole viventi, e sentire prepotente il desiderio di vendicarle fu un solo punto.