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Orribile il martirio di Carlo Zima, fabbro di carrozze, amico di mio padre. Anch'io lo conoscevo. Era alto e forte di membra ma zoppicava per un difetto all'anca. Era della squadra armata di Porta S. Alessandro. Sorpreso dai Croati in un fondaco, imbrattato di pece e di acqua ragia, quando gli appiccarono il fuoco si avvinghiò terribile ad uno dei suoi carnefici, gli comunicò
il fuoco e arse e mori con lui fra i più atroci tormenti. Povero Zima! Il popolano che ci faceva l'orrbile racconto, era sfuggito per miracolo ad ugual fine: parlando, girava e rigirava gli occhi fuor dalle orbite, come uno spiritato e gli si rizzavano ancora i capelli.
[Illustrazione "Carlo Zima arde vivo con un croato."]