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avevano risoluto di uscire alla campagna. Ma non avevano potuto, perchè ormai tutte le porte della città erano bloccate dagli Austriaci. Perciò molti si erano sbandati, mentre i più esaltati e ostinati a resistere s'erano avviati verso Piazza Vecchia.

Ritornammo quindi colà. " Fra poco sapremo quel che ci resterà a fare! " mi disse mio padre.

Giunti in Piazza Vecchia.... oh Dio! altro che disposizioni alla pace ! Una turba di armati tumultuava innanzi alla Loggia reclamando la resistenza a oltranza. La bandiera bianca era stata abbattuta, e al suo posto si era inalberato un drappo rosso fra le grida di plauso dei dimostranti. Fra questi correvano i propositi più strani, più disperati : " Incendiare la città appiccandovi il fuoco in vari punti : gettarsi poi addosso ai tedeschi, che già ne occupavano una metà, sgozzarli e con essi piombare nell'eternità piuttosto che sopravvivere al disonore della Patria! "

" Ma quella gente li è matta ! " esclamò mio padre, sentendo quelli stravaganti propositi. " Disonore della Patria? Ma come? Chi osa parlar di disonore, se ci siamo battuti come ci siamo battuti ? Dove erano quei matti lì, quando noi si combatteva alle barricate ? Sarei curioso di saperlo! Stavano a tessere la bandiera rossa, forse ? " E mentre così parlava, andava palpeggiando il suo fucile, e frugava nelle tasche della sua lacera cacciatora per cercarvi le cartucce e contarle.

" Siamo caduti in piena anarchia ! " bisbigliò nell'orecchio a mio padre un impiegato del Municipio, che attraversava sollecitamente la piazza: " non metterti con quella gente, Nanni! E il tuo fucile, se vuoi tenertelo ancora, nascondilo, seppelliscilo piuttosto che fare quello che essi faranno fra poco ! "

Doveva essere un profeta quell'uomo per poter parlare così a proposito! Un momento dopo, infatti, non si parlò più di fare di Brescia una seconda Mosca, ma


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