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EPILOGO

Le mie memorie del '49 sono finite, cari figliuoli. Sarò riuscito a darvi un'idea della grandezza di quel nostro sacrificio? Vorrei sperarlo, ma non ardisco.

Ora risponderò a quelle domande che credo di leggervi negli occhi.

" E Nino, il piccolo Nino, ha poi riveduto i propri genitori ? " mi sento chiedere.

No. Per quante ricerche mio padre facesse, non riuscì mai a sapere quale fosse il loro cognome nè che fine avessero fatto. Tanta gente, famiglie intere sono scomparse in quei dolorosi giorni!

Nino, dunque, restò con noi e divenne un bravo operaio. Povero figliuolo! Nel bel fiore dei suoi vent'anni doveva cadere a Bezzecca sotto i colpi di quelli stessi brutti , i Cacciatori tirolesi, che la domenica delle Palme del '49 gli avevano assassinato suo padre!

E il mio? Il mio mori vittima del colera del 55.

Spirò tra le mie braccia nel lazzaretto: le ultime sue parole furono per ripetermi la sua solita raccomandazione: " Faustino, non servire l'Austria! "

Quelle parole me le scolpii nel cuore: e quando mi giunse l'intimazione di presentarmi al servizio militare…. coll'aiuto di alcuni signori di Brescia scappai in Piemonte, ove mi arrolai nei bersaglieri. La mia vocazione era per la vita militare : nelle condizioni in cui allora si trovava il nostro Paese, farmi soldato mi pareva il modo migliore di servirlo. Feci dunque carriera nell'esercito, carriera lenta come la poteva fare un povero figliuolo scarso di studi e ricco solo di buona


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