TEOFILO FOLENGO

Frate benedettino nato a Mantova nel 1491 e morto a Bassano nel 1544. Poeta e letterato, ebbe modo di conoscere Brescia e la sua gente nel corso del periodo trascorso nel monastero di Sant'Eufemia. Nel brano che segue egli raffronta scherzosamente aspetti di vita della sua città d'origine con le contrastanti condizioni di Brescia.

BRESSAM POVERAM RECORDAS


Tonello

A Mantova giocano con le bocce rotonde,
quelle che a Brescia son dette volgarmente borelle:
queste palle vanno e vengono
sotto gli archetti.
Palle gonfie come vesciche si lanciano invece
colle assicelle sotto i fuochi del sole:
batte il primo, ribatto il secondo, e ogni colpo
viene segnato.
La giostra, il bagord o e il tirar di scherma
sono i soli godimenti della nostra gioventù:
voi dovreste star allegri allo stesso modo,
giovani,di Brescia!

Pedralo

Oh, Toni, tu non sai che razza d'affanni mi dai,
ricordando in questo modo la mia povera Brescia,
che sta patendo tanti mali quanti un'altra città non
potrebbe sopportare.
E chi ormai, Dio o diavolaccio,
darà un po' di sollievo alla sua miseria?
Toni, Brescia non è più quella che stava sotto le ali
di San Marco.
Come un francioso o uno sguizzero, e peggio un todisco,
fracassate le truppe da ogni parte, va a cascare tra i bifolchi
del padovano,
i rabbiosi lupi, coi ferri arrugginiti,
infliggono feritacce e fanno a gara a ficcare
le loro forche nella pancia
del malcapitato;
così se ne stanno tra canaglie d'ogni razza
il nobile e il poveraccio della nostra Brescia:
dilaniati dalle schegge di cento colpi
d'artiglieria.
Di questi disastri ci aveva ben preavvertiti
la torre di Mirabella del nostro castello
quando sollevata di peso fra le nuvole
se ne volò via.
Essa custodiva la polvere d'inferno per le bombarde,
e dico d'inferno, perché, se tu Toni non lo sai,
l'hanno partorita masnade
di diavoli.
Di colpo il fuoco del cielo se la portò via.
E, puttanaccia, puoi ben immaginare il fracasso.
Macigni di cento quintali volarono
fino a Calicut!
E dopo questa rogna, trafile di guerre
e malanni, coi galli, gli italiani, gli spagnoli,
gli zuccotti albanesi, gli svizzeri, i todeschi,
e persino quelli di Brisighella.
Mantova non soffre questi malanni,
non. ha di queste malepasque che rovinano la vita,
l'onore egli affari nostri: ché, tolto l'onore,
d'ogni altra cosa ce ne caghiamo.
Ma la notte già comincia a far scuro il giorno:
me ne vado! Sta' dunque sano, tu, pecoraio felice;
usa pure, come meglio ti piace, le stalle
che io sono costretto ad abbandonare.

Tonello

No, tu rimarrai con noi questa notte.
Resta, ti prego, mio buon Pedralo,
ho mele, castagne e un po' di formaggio
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