Brescia non è famosa per le sue torri medievali, ma tutti i bresciani conoscono la gigantesca torre della Pallata, la torre di Porta Bruciata, la torre del Pégol in Broletto e la torre Mirabella su in Castello (in realtà unico superstite dei due campanili della perduta chiesa di S. Stefano in Arce). Qualche bresciano in meno conosce la millenaria Torre d’Ercole, in via Carlo Cattaneo, appartenuta alla famiglia Palazzi di Dantesca memoria, così chiamata perché si dice sorta sopra un antico tempio dedicato all’eroe greco.
Le torri e case-torri Duecentesche erano spesso caratterizzate da murature “a bugnato rustico”: pietre grandi, di medolo e Botticino (soprattutto di riuso), squadrate ma lasciate grezze in modo da aumentare l’imponenza dell’edificio. E più la torre risultava imponente, più il nemico vittorioso di turno ci godeva nel tirarla giù. Non stupisce come in città ne siano rimaste davvero ben poche integre.
Tuttavia, non è raro trovare tratti di muro di questo tipo spuntare tra anonimi intonaci colorati. Nella zona di via Trieste ad esempio, nei pressi della sopravvissuta Torre d’Ercole, ce ne sono almeno due.
La prima è la cosiddetta Torre dei Camignoni, che si trova sotto l’arco di via Laura Cereto (già via del Beveratore). Questa struttura è parzialmente visitabile, in quanto vi è stato ricavato il piccolo angolo caffè della libreria dell’Università Cattolica. Molto probabilmente anche più in alto la struttura è stata conservata, anche se completamente inglobata dal palazzo in cui è inserita.
In alto e sopra: due immagini della “torre dei Camignoni”; sotto: un piccolo rilievo nell’angolo dell’edificio, di probabile origine romana, qualche metro più a nord della torre stessa.
Della Torre degli Emilii invece è visibile solamente una parte del muro, all’angolo tra via Gabriele Rosa e via Trieste. Questo edificio, peraltro, fu di proprietà di Vincenzo Foppa. Su Il Volto Storico di Brescia viene invece ipotizzata l’identità con una certa “Torre di Porta Nuova”: