è nato a Brescia nel 1945. Ha studiato a Charleville (Francia), dove si è diplomato all'Istituto Tecnico Commerciale. La sua passione per l'Arte lo ha portato giovanissimo a formarsi nello studio dello zio scultore e contemporaneamente a frequentare l'Accademia delle Belle Arti di Parigi.
Ha partecipato a varie esposizioni in Francia, esibendo le sue opere presso la Galerie F.L. di Charleville-Mezières e la Galerie Centre les nouvelles Versailles. Nel 1980 è premiato al concorso Nazionale Fi.Lpi.S. Altri riconoscimenti vengono raccolti nel corso degli anni, come il premio nel concorso intitolato al pittore G.Pasini nel 1992. Partecipa a varie mostre collettive ed a più riprese le sue opere sono esposte all'Expo Arte Città di Montichiari ed a Brescia. Nel 1999 espone all'ARTEXPO di New York presso lo Javits Convention Center.
Le sue opere passano attraverso varie esperienze materiche, prima con il legno, il ferro, la vetroresina ed infine la plastica plasmata alla fiamma.
[tratto da un Articolo di Stefania Vitale sulla rivista Dentro Casa, giugno 2000]
Fuori dagli schemi, dai modelli e addirittura dalle cornici…
Sono le opere di Gianfranco Fallardi, originali quadri in rilievo realizzati con una speciale plastica fusa e modellata dall'autore.
Mille interessi, un lavoro come agente di commercio, un debole per Napoleone e l'Egitto, ma soprattutto una grande passione per l'arte. Poche parole per descrivere un personaggio estroso e coinvolgente che fa del suo dialetto un modo per mantenere viva la forza di saper comunicare.
Già comunicare... Ma che cosa in fondo? Fallardi dice di non amare i significati nascosti, la sfera onirica o il potere dell'inconscio. "Un giorno forse uno psicologo mi dirà cosa mi spinge a fare cose simili, ma per adesso mi interessa soltanto che facciano un buon effetto". E di fronte ai quadri dalla finta cornice colata la nostra curiosità è tanta, ma ci atteniamo alle indicazioni dell'artista.
Non possiamo quindi che guardare con stupore con che inventiva Fallardi riesca ad abbinare colori e situazioni in un unico insieme. Egli non si limita infatti a realizzare quadri, ma si sbizzarrisce anche ad arricchire oggetti ed accessori di svariata provenienza, con particolare predilezione per quelli datati. Ed ecco che sulla base di una vecchia macchina da cucire viene adagiata una staffa colorata, naturalmente in plastica, così come alcuni stracci, sempre multicolori e sempre in plastica, vanno a completare la struttura di una deliziosa fontanella. Il materiale usato è più o meno sempre quello: uno speciale polistirolo antiurto, fuso ad arte con la fiamma ossidrica, e arricchito di volta in volta con foglia d'oro, legno, juta, ferro, o qualcos'altro.
Estimatrice numero uno dell'opera di Fallardi è la moglie Silvana, pittrice decisamente più classica, ma non per questo meno restia alle suggestioni dell'arte contemporanea. "È lei che mi ha lasciato lo studio in via Cavallotti 5: lì, appena ho del tempo libero, mi rifugio a creare". Ma di ammiratori poi ne sono seguiti molti altri, stregati da una serie di opere che non lascerebbero indifferente il più distratto degli osservatori. "Mi piace studiare con attenzione le reazione della gente di fronte ai miei quadri. E, come per tutte le creazioni moderne, o se ne innamorano subito o non le apprezzano mai" commenta divertito Fallardi.
Facciamo un attimo un passo indietro per scoprire le origini di una passione tramandata in tenera età dallo zio Florian. "Abitavo con lui a Charleville, in Francia, e i miei compagni di scuola non facevano altro che prendermi in giro come sporco italiano. Poi arrivavano le lezioni dello zio, un bravissimo arredatore, e per me era un vero sollievo. Ricordo che era severo ma paziente. Mi metteva davanti alle sue sculture e non mi faceva alzare dalla sedia finché non le avessi riprodotte pressoché identiche". E a quanto pare ne è valsa la pena. Fallardi ha partecipato ad alcune mostre collettive a New York (presso il Javitis Convention Center), Charleville, Montichiari e Brescia.