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Silvana Landi Fallardi

è nata a Lucca ed ha studiato all'Istituto d'Arte "A. Passaglia" per perfezionarsi poi all'Accademia delle Belle Arti di Firenze, sotto la guida del pittore Capocchini. Bresciana d'adozione, insegna educazione artistica nella Scuola Media di Flero, trattando le più svariate tecniche. Sulle sue tele si esprime invece in modo privilegiato attraverso la pittura ad olio. Il primo riconoscimento importante risale al 1963, quando ottiene, ancora giovanissima, la medaglia d'oro della Camera dei Deputati. Il premio, conseguito grazie all'opera "Riposo sereno", le viene consegnato dal maestro Carlo Carrà. Ha partecipato ad innumerevoli mostre collettive e personali. Nel 1979 ha ottenuto la medaglia d'oro dell'Accademia d'Italia. Sue opere sono riprodotte sull' "Enciclopedia del '900". Critiche positive sono ripetutamente apparse sulla stampa nazionale e locale (La Nazione, Il Tirreno, Giornale di Brescia, Dentro Casa...).

L'Artista

[tratto da un Articolo di Stefania Vitale sulla rivista Dentro Casa, dicembre 2000]


L'impatto è quello visivo ed al contempo passionale di un osservatore particolarmente interessato. Le emozioni sono invece quelle incontrollate di chi certe immagini le sente palpitare dentro di sé.

Silvana Landi e la natura, un rapporto sfociato subito nell'altro, avvincente legame, quello con l'arte. Gli interlocutori hanno poi continuato a dialogare, coinvolgendosi vicendevolmente in un crescere di suggestioni e idee e toccando lidi forse in origine impensati. Rapporti si diceva, ma ce n'è un altro a cui Silvana Landi rimarrà fedele probabilmente per sempre ed è quello strettissimo con la tradizione.

Nativa di Lucca, la Landi - che ormai può considerarsi a pieno titolo una bresciana d'adozione - ha studiato all'istituto statale d'arte Passaglia per poi perfezionarsi all'Accademia di belle Arti di Firenze, dove è stata seguita dal celebre pittore Capocchini. Gli studi l'anno portata poi ad abbracciare la carriera di insegnante, prima nella stessa Lucca, quindi in provincia di Brescia (e attualmente a Flero) dove si è trasferita ormai da tempo per ragioni di famiglia.

I dettami della tradizione, fermi nella memoria, sono divenuti così a loro volta i principi cardine del mestiere a cui la Landi è legata almeno quanto alla sua arte.

Ma mentre per l'insegnamento è portata a trattare le più svariate tecniche artistiche, davanti alle proprie tele, l'artista predilige costantemente la pittura ad olio, nella quale si è appunto specializzata all'Accademia di Firenze. Immediatamente dopo gli studi, la Landi si è tuffata con incredibile entusiasmo e altrettanto rilevante facilità di consensi, nel mondo dell'arte.

Il primo riconoscimento importante risale al 1963, quando la Landi, poco più che un'esordiente, guadagna grazie al quadro "Riposo sereno" il terzo posto alla mostra di Viareggio dal tema "Il nudo nell'arte". Il riconoscimento, a cui fece eco anche la medaglia d'oro della Camera dei Deputati, apre presto le porte a nuove avventure, come mostre collettive e personali, e nel 1979 la Landi ottiene anche la medaglia d'oro dell'Accademia dell'Arte di Salsomaggiore. E poi ancora tante tappe dalla Toscana al resto dell'Italia e negli ultimi anni naturalmente anche in provincia di Brescia. Cambiano così via via gli scenari ma l'impeto artistico si propaga con la medesima spontaneità.

Dopo i tetti dell'amata Lucca, la Landi si lascia catturare dagli anfratti della campagna nostrana rivivendone, con chiara devozione, i riflessi più semplici come gli angoli più nascosti. Ma anche con lo spostamento incessante della visuale, l'occhio dell'artista continua a posarsi in quello che può definirsi il suo asilo perfetto: la natura. I fiori, esili e sensuali, rimangono il soggetto privilegiato. Principi della natura stessa divengono quasi di diritto i protagonisti del quadro nel quale essi si trasfondono come in un nuovo carezzevole mondo cullato dalla musica dei colori.

Le composizioni della Landi riecheggiano le immagini della natura fondendole con una sensibilità, tutta femminile, che permette di coglierne aspetti di sorprendente delicatezza. E la stessa apertura serena e coinvolgente viene così trasmessa all'osservatore a cui non rimane che assaporare, come già l'artista ha fatto, il nuovo festival della vita. Ma accanto ai fiori, e in prima fila, gli amati iris, la Landi si sofferma anche ad assaporare molti scorci di paesaggio, veri e propri angoli della memoria o incantesimi del momento. E il ricrearli, con la consueta trasparenza che le è propria, sarà una nuova ricerca verso la tradizione: quella sempre avida e schietta del presente.


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