Sto raccogliendo sempre più materiale su quelli che chiamerò i Quartieri Perduti, cioè quella parte antica della nostra città che venne distrutta tra il 1929 e il 1930 per far posto alla Piazza Vittoria del Piacentini. Ovviamente se avete cose interessanti (soprattutto foto) fatemi sapere!
Il mio intento è quello di creare un database di testi, informazioni, immagini e disegni in modo tale da ricostruire il più fedelmente possibile una parte di Brescia che non vedremo mai più.
Ecco un primo abbozzo del lavoro: una planimetria con i nomi delle vie, creata sopra una foto aerea attuale.
Planimetria dell'area interessata dalle demolizioni che cancellarono i quartieri medievali di Brescia.
Attenzione perché non tutti i nomi sono coevi: al tempo degli sventramenti molte di queste vie avevano già cambiato nome più volte. Ad esempio, via dei Mercanti (che arrivava fino a Corso Palestro comprendendo l’attuale via A. Calini) era stata chiamata in seguito via Alessandro Volta e via del Palazzo Vecchio aveva già preso nome di via Dante. Nel frattempo, Vicolo del Melone era divenuto parte di vicolo della Costanza e il nome di vicolo Coppa Mosche (o delle Mosche, non so bene) era sparito, lasciando spazio a vicolo del Granarolo. In questa prima mappa ho preferito inserire i nomi a mio giudizio più suggestivi, in futuro cercherò di mantenere una certa coerenza.
Di seguito, la situazione attuale:
Di una cosa sono certo: non perdonerò mai, mai, mai la cancellazione di Vicolo della Sardella Gioiosa.
Commenti
Ovvero han tirato giù una chiesa (S.Ambrogio), un bellissimo e diretto collegamento verso il centro città come via del palazzo vecchio e una serie di vicoli e piazzette suggestive per fare una grossa piazza messa praticamente tra altre due, Loggia e Duomo?
Per quanto uno possa apprezzare l’architettura dell’epoca io che son nostalgico la considero una ferita urbanistica.
Grazie Ramperto, la prossima me la puoi dedicare da Sir a Dada con tanto amore? 😀
Era molto tempo che si chiedevano nuovi spazi per il commercio e una serie di opere per aumentare la viabilità nel centro. Esigenze che si innestavano sulla decennale questione del “buttiamo giù le case malsane” quando a metà ‘800 non si sapeva ancora come risolvere i problemi del colera e delle altre epidemie. Quindi erano più o meno settant’anni che si discuteva sul da farsi.
Il problema è che praticamente nessuno, a parte diversi abitanti, vedeva male la cosa.
Piazza Vittoria è nata, come in altri tempi il resto della città, per interessi economici e per le mutate esigenze della città.
L’unica cosa che mi consola è che stavano per fare cose ben peggiori. Cioè per fortuna si sono limitati. E io non sono critico nei confronti della piazza in sé, che è architettonicamente interessante (ed è stata a sua volta rovinata dal parcheggio del 1970), ma della scelta fatta, che all’epoca sembrava così necessaria.
Più che per fortuna per mancanza di soldi.
Se non sbaglio dovevano (finire di) buttare giù le case all’inizio di via Dante e il progetto era quello di creare un nuovo asse viario che collegasse la città da nord a sud.
In effetti non mi sembra che ce ne sia mai stato uno principale, la Galleria Tito Speri è del dopoguerra e anche la stessa Via San Faustino era un fiume.
Probabilmente i bresciani erano terrorizzati dagli abitanti di Borgo Trento e non volevano averci a che fare
Via della Sardella Gioiosa(o zoiosa) era la via degli stampatori e librai bresciani del Cinquecento, tra cui i Bozzola (uno fu lo stampatore degli Atti del Concilio di Trento). Scomparve con la realizzazione piacentiniana di Piazza Vittoria. Insieme scomparve anche la chiesa di S. Ambrogio, i cui “pezzi” scultorei-architettonci furono portati in vari luoghi bresciani.
Grazie infinite Alberto per il tuo commento prezioso!
Per caso tu sai dove siano finiti i “pezzi” di S. Ambrogio? Sarebbe interessante andare alla loro ricerca.