Il nome “Duomo Nuovo” non è nato, credo, come contrapposizione a “Duomo Vecchio”. Originariamente con Duomo Nuovo ci si riferiva alla nuova costruzione che andò a sostituire l’antica basilica di San Pietro de Dòm, demolita a inizio ‘600 perché in penoso stato di conservazione (tutte scuse).
Sebbene i milanesi possano obiettare “c’è di peggio”, i lavori dell’Opera del Duomo furono interminabili e con infinite modifiche al progetto originario di Gian Battista Lantana: iniziarono nel 1604 e si protrassero fino al 12 dicembre 1825, quando venne finalmente posta la croce sopra la cupola, la terza più alta d’Italia dopo quelle di S. Pietro e Santa Maria del Fiore.

Elemosina per la Fabbrica del Novo Domo di Brescia

Ma com’era la chiesa di prima?
Che io sappia, ne esiste un solo disegno, che un autore cinquecentesco, per grazia di Dio, ha lasciato su un estimo cittadino del 1588. Spero tanto che qualcuno mi smentisca, possibilmente in maniera garbata.
Edit: Effettivamente mi autosmentisco: ne esiste anche una pianta, disegnata da G.A. Avanzo poco prima della demolizione, come riportato dal Panazza1:

[…] la pianta ci offre, per quanto concerne le tre navate, il tipo ancora legato alle forme basilicali paleocristiane con le navate larghe m 25,27 (le laterali di m 6,175 e la centrale di m 10,925) e lunga m 47, con i colonnati formati da dodici colonne e con intercolumni di m 3,15, mentre le pareti esterne erano dello spessore di m 0,95. Non è documentato invece il presbiterio con la parte absidale, perché il rilievo ci presenta questa parte sicuramente rifatta in epoca rinascimentale con forme quadrangolari.

Antica rappresentazione del Broletto, Duomo Vecchio e Rotonda di Brescia.

Antica rappresentazione del Broletto, Duomo Vecchio e Rotonda di Brescia.

Vi si vede, tra l’altro, anche la torre della Rotonda, crollata nel 1708 dopo un folle intervento architettonico che praticamente la recise dalle fondamenta. Un’altra bella immagine della piazza con la torre e senza il Duomo Nuovo (all’epoca in costruzione) si trova in Duomo Vecchio, ma non ne parlerò: è bene andarsela a cercare e restarne ammirati per conto proprio.

Senza per ora entrare nel merito delle testimonianze che abbiamo della chiesa antica, tra cui quella di San Carlo Borromeo durante la sua storica visita pastorale alla nostra Diocesi (sia un indizio per la cerca di cui sopra), vorrei invece segnalare alcune testimonianze “materiali”, visibili e possibilmente toccabili.

Per cominciare ho saputo dell’esistenza di otto, forse dieci colonne in granito “egizio” che delimitavano la navata centrale della basilica e che vennero riutilizzate in altre costruzioni. Non so se il granito venisse proprio dall’Egitto o dal ben più vicino Adamello, ma di certo la prima ipotesi parrebbe assai affascinante.
Due di esse si trovano in via Musei, sulla facciata di S. Maria della Carità, detta “Buon Pastore” dal popolino. Le altre sei sono invece parte del pronao neoclassico della bella Villa Mazzucchelli di Ciliverghe, della quale non ho foto mie. Ce n’è una foto in fondo a questa pagina: un grazie agli alpini di Ciliverghe perché sul sito ufficiale della villa, curiosamente, non sono riuscito a trovare una foto della facciata.

A sinistra: S. Maria della Carità; a destra, l'entrata del Broletto.

A sinistra: S. Maria della Carità; a destra, l'entrata del Broletto.

Anche le due colonne dell’ingresso occidentale del Broletto risultano far parte di quel colonnato: il granito è lo stesso e le dimensioni sono compatibili.

1 Gaetano Panazza, 1990. Le Basiliche paleocristiane e le Cattedrali di Brescia – Problemi e scoperte. Grafo, Brescia.